Visto al cinema “Matrimonio e altri disastri”, mi hanno colpito tre cose. La prima è Margherita Buy, bella e brava, e senza il consueto canotto labiale delle sue coetanee.
La seconda è che nei titoli di coda è indicato il responsabile del “product placement”, cioè dell’inserimento nel film di prodotti e marchi a fine pubblicitario. In questo film evidentissimi Apple (un macbook pro, che per di più si rompe) e Fiat (panda 4X4 per la figlia intellettuale, brera cabrio per il rampante fatto da sé). Insomma, il product placement è una professione riconosciuta, come lo sceneggiatore, o l’assistente di produzione.
La terza è che il film è stato finanziato con i soldi del ministero della cultura. Sarà pure un filmetto gradevole, pur con una sceneggiatura prevedibile come lo scudetto dell’inter, ma per quale motivo debba essere prodotto (anche) con soldi pubblici è per me incomprensibile.
Anche alla luce del punto due.