Obiettori di coscienza di ‘sta minchia

La senatrice Ada Spadoni Urbani (Serbelloni Mazzanti Viendalmare, verrebbe da aggiungere) ha presentato un disegno di legge che consente ai farmacisti di rifiutare la dispensazione di farmaci tali da creare “problemi etici o morali” (per intenderci: pillola del giorno dopo)

Non vorrei giudicare quello che ancora non ho letto, ma devo farlo, da farmacista: trattasi di cazzata grande e grossa. Se il medico ha prescritto un farmaco X, il farmacista è lì per dispensarlo al paziente: consigliandolo al meglio sull’assunzione, se ne è capace, escludendo possibili controindicazioni, se necessario, e assumendosi tutte le (cor)responsabilità del caso, persino sul corretto confezionamento del prodotto.

Insomma, non è certo un giudice morale delle scelte terapeutiche operate dal medico, tanto meno del paziente: è “solo” un operatore sanitario che opera al’interno di un sistema di cui è parte fondamentale  e insostituibile, e che non può compromettere per questioni del tutto personali – specie in condizioni “estreme”: penso ad esempio al servizio di reperibilità notturna, o festiva.

ps non trovo più il link, purtroppo, ma aggiungo che definire “la pillola del giorno dopo” una pratica abortiva è una stupidaggine priva di senso, visto che in nessun caso si può parlare di gravidanza nelle 72 ore successive al rapporto sessuale.

ps2 lo stesso discorso per me dovrebbe valere anche per i medici, almeno per chi lavora nel servizio pubblico: chi lavora in una guardia medica o in un ospedale non dovrebbe poter rifiutare una prescrizione per motivazioni di carattere “etico” o “morale”: andasse a fare gli obiettori  in una clinica privata, piuttosto.

Bah.

(via Pietro Raffa)

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