Una luce nelle tenebre

Ogni tanto, il Pd prova ad essere quello che dovrebbe essere sempre: un partito serio, innovativo e responsabile. Se non si batterà in ritirata di fronte alla prima dichiarazione di Epifani, tanto di cappello.

Segnalo anche la proposta di un codice di autoregolamentazione delle candidature del PD fatto di sole cinque piccole e semplici regole, così come proposte da Civati, Scalfarotto e Dalai. Potremmo risparmiarci molti imbarazzi, in futuro.

1. Dichiarare gli incarichi lavorativi, le associazioni a cui si aderisce, l’attività politica e sindacale svolta.

2. Dichiarare eventuali precedenti con la giustizia o con il fisco, segnalando il reddito proprio e della propria famiglia, nonché le proprietà di cui, direttamente o indirettamente, si dispone. 3. Dichiarare di essere in regola con tutte le norme che riguardano il mercato del lavoro e i diritti dei lavoratori, per i propri collaboratori, le persone che lavorano per la propria azienda o presso la propria abitazione. 4. Dichiarare gli eventuali elementi che possono comportare un conflitto di interessi nella gestione del proprio mandato e le modalità con le quali si intende ovviare all’insorgenza di queste problematiche. 5. Dichiarare i principali sottoscrittori della propria campagna elettorale, a partire da cifre superiori ai 1000 euro.
E’ il caso di ricordare che gran parte di queste informazioni sono date dagli eletti all’ente pubblico di riferimento, e che questi dati sono pubblici e accessibili. L’evoluzione migliore sarebbe quella di produrre questa documentazione all’inizio della vicenda elettorale, perché non vi siano sorprese per nessuno. Un’anamnesi preventiva può evitare spiacevoli complicazioni dopo il voto.

Lascia un commento