(Meglio ancora, per continuare il paragone marinaresco: il vento è girato in poppa, e noi stiamo ancora con le vele cazzatissime)
Dopo le vittorie alle amministrative e ai referendum si poteva pensare che il PD facesse tesoro di quei successi in modo meno cialtronesco, manifesti a parte: l’occasione era ghiotta per poter dimostrare di essere un’alternativa seria a questo governo di ……………………………. (mettete voi il termine, io li ho finiti).
E invece: la contorsionistica presa di posizione sulla tav (si, però, forse), la colossale figura di cacca incassata ieri con l’astensione sulla proposta dellIdV sull’abolizione delle province, la dilettantesca gestione della posizione del partito sulla legge elettorale (siamo ancora a D’Alema contro Veltroni) fanno pensare che abbia ragione ancora una volta il tanto criticato Matteo Renzi.
Rottamiamoli, anche senza incentivi.
Solo Civati prova a metterci un po’ di buon senso.
lo schema è quello di sempre: un centrosinistra diviso, che si scambia accuse. Alcuni passano per burocrati conservatori, altri per qualunquisti inclini alla demagogia. La ragione, ovviamente, sta nel mezzo, a mio modo di vedere: ci vorrebbe più chiarezza, da parte del Pd, e più responsabilità, da parte dell’Idv (così, in un colpo solo, mi sono inimicato tutti i dirigenti, ma sono certo che molti elettori, quasi tutti, la pensano come me). Le province le vogliamo superare? Non possiamo presentare un testo condiviso, accidenti? Dobbiamo farci dare le pagelle dai quei rivoluzionari del Terzo Polo? E, pensando al futuro e alla nostra politica, vogliamo romperlo, questo schema? Vogliamo far vedere qualcosa di diverso? Vogliamo stabilire che i tre principali partiti di governo del centrosinistra si presentino in Parlamento e di fronte agli italiani con una proposta condivisa e non più con-divisi (perché stanno insieme, ma sempre fino ad un certo punto) come sono ora?