Vendola, Le Fabbriche, e la partecipazione attiva

Vi segnalo un interessante articolo sull’attuale stato delle fabbriche di Nichi, dove, per dirla con le parole di Onofrio Romano, docente di sociologia dei processi culturali all’università di Bari:

la loro più forte ambizione è quella di restare puri e realizzare una forma convinta di «individualizzazione integrale», ogni struttura libera da condizionamenti esterni ed interni ed ogni “operaio” (così si chiamano gli aderenti al movimento) libero dalla struttura stessa: in perenne tensione verso la propria idea di attivismo. Il sociologo, che definisce Vendola «un roditore infiltratosi nelle istituzioni per svuotarle dall’interno e assicurare così ai cittadini il massimo grado di autodeterminazione», si pone un interrogativo serio: come fanno a stare insieme la voglia di indipendenza politica che anima la base delle Fabbriche e la strumentalità carismatica dell’organizzazione stessa, del tutto ritagliata sulle fattezze del leader pugliese? La domanda è ardita e richiede una risposta lunga almeno venti pagine, tante quante sono quelle del suo “La Fabbrica di Nichi. Comunità e politica nella postdemocrazia”

Sapendo che a Sava vi sono sicuri protagonisti del movimento vendoliano, sarebbe interessante conoscere la loro opinione.

La risposta di Fratoianni è comunque interessante:

in quel percorso ci sono anche molti limiti come accade le volte che ci si misura con la sperimentazione di nuove forme di organizzazione della partecipazione e della politica ma tocca andare avanti, anche perché l’unico strumento disponibile – salvo trasformare la partecipazione alle scelte in cooptazione all’interno della governance – è quello del conflitto

(via francesco costa)

10 su 10

Sapreste riconoscere le citazioni di Vendola da quelle di Alfonso Luigi Marra? Vi avviso, non è facile.

Prendete questa, per esempio…

7) “Finzioni tipiche anche del potere inteso come una forza in sé di cui ciascuno è per certi versi vittima e per altri protagonista, perché ha avuto la necessità di avere il consenso di tutti, e tutti appunto ha dovuto coinvolgere per potersi svolgere, pur rimanendo nel contempo verticistica e prevalentemente rappresentata dai detentori del potere economico”.

Un grandissimo Leonardo.

Ahahahahahah

A Maruggio, malgrado una campagna ossessiva orchestrata dall’amministrazione comunale contro Vendola e il “nostro” depuratore consortile che avvelenerebbe il mare di Campomarino, Vendola ha stravinto.

(LaVocediManduria)

Le cose che dovremmo dire

I dati macroeconomici pugliesi dicono che Vendola è stato un grande presidente di Regione:

Si prenda la crescita del Pil: tra il 2001 e il 2003 c’è un tracollo (da +1,6 al -1,1 del 2003: in quell’anno il Mezzogiorno perdeva lo 0,3% e l’Italia rimaneva ferma); nel 2004 c’è una ripresa e nel 2005, anno della vittoria di Vendola, la crescita è nuovamente negativa (-0,1 contro un +0,4 del Sud e +0,7 dell’Italia); i due anni successivi vedono un Pil pugliese che cresce del 2,6% all’anno, surclassando la media nazionale e quella del Mezzogiorno, e nel 2008 la regione resiste alla crisi con una crescita negativa dello 0,2%, contro il -1 dell’Italia e del Sud. Positivi anche il tasso di occupazione e quello di disoccupazione, che tra il 2004 e il 2008 ci danno rispettivamente il +3,8 e il -25%, dati che trainano la media nazionale.

70 a 30

Risultati delle primarie del centro-sinistra savese:

Vendola 680 Boccia 269

Nulle 4 Bianche 1

Secondo radio serva, il dato sembra in linea con quello provinciale.

Ultim’ora: clamoroso! A Maruggio vince Boccia per un voto. Non fate le solite battute, eh!?

A proposito di primarie

Lo dico: sinceramente non so ancora per chi votare. Se andare a votare.

Fino a qualche tempo fa avrei votato Vendola senza indugio, oggi non ne sono più tanto sicuro. Sono convinto che avesse ragione a pretendere le primarie, e pure della sostanziale positività del suo operato da presidente della regione, ma certi atteggiamenti ultra-personalistici mi appaiono fuori tono, quasi berlusconiani, se non fosse una parola troppo grossa.

Nel frattempo, giungono i primi appelli all’ortodossia di partito: chi fa parte del Pd, e principalmente chi fa parte a qualsiasi titolo del suo gruppo dirigente, non può non votare Boccia – questo il senso delle argomentazioni che circolano a tutti i livelli nel Pd, e anche a Sava, ovviamente.

Sarà pur vero, detto da chi pochi mesi fa nel PD invitava a votare Lista Florido per il bene del centro-sinistra, non fa sorridere?

Before the dawn

In attesa di poter ricominciare a scrivere in modo più continuativo le mie solite cazzate, segnalo un interessante botta e risposta fra Francesco Boccia e Nichi Vendola su questioni di amministrazione regionale – ma non solo.

Lo stile è quello ormai universalmente noto come “le-dieci-domande-di-Repubblica”.

Per gli appassionati delle telenovelas

Su iMille un resoconto credibile di quanto è avvenuto all’assemblea del PD di lunedì scorso (non) tenutasi all’Hotel Excelsior , almeno per quanto mi è stato riferito da un delegato presente, e dalle poche immagini che sono passate sulle tv regionali.

Il tempo passava, molti andavano via (è sempre tempo di festa) e nessuno si sognava di forzare l’ingresso e provare ad entrare nell’Hotel. Non era previsto, e non era nemmeno negli obiettivi. Ad un certo punto, con nostra grande sorpresa hanno fatto entrare le persone rimaste fuori. Un centinaio circa. I posti della sala erano occupati nelle prime file dai delegati regionali e nazionali. Noi ci siamo messi con ordine nelle ultime file. Il tutto si è svolto senza alcun problema o difficoltà. Il palco è rimasto vuoto per circa mezz’ora. Nessuna traccia né di Blasi, segretario regionale, né di Emiliano. Ad un certo punto è entrata l’onorevole Capano, ha preso il microfono e detto: “il segretario di questo partito ha ritenuto che quelle di oggi non fossero le condizioni per affrontare una discussione….Siamo in una fase delicata e bisogna parlarsi con grande franchezza, ed è diritto-dovere di ogni organismo dirigente condurre questa discussione con molto senso di responsabilità e misura”.

Giù i fischi e i mormorii di una sala che invece aveva tutte le intenzioni di ascoltare in maniera civile il dibattito. Le parole della Capano anche se fuori luogo (lo ripeto la situazione era tranquilla, e la decisione di aprire la sala proveniva dagli stessi dirigenti), non mi hanno affatto sorpreso…credo fosse nelle intenzioni prendere ancora un pò di tempo per districare una matassa ancora ingarbugliata e, per non ammettere propri limiti e inadeguatezza, in maniera goffa, è stata attribuita la responsabilità al disturbo arrecato dai sostenitori di Vendola.

Per la serie “siamo tutti dietrologi” di seguito aggiungo la mia lettura dell’accaduto, non priva di fantasia ma tutto sommato plausibile. Visto il clima fra i militanti piuttosto critico verso la sua posizione, la sera prima dell’assemblea Emiliano spedisce ai delegati un SMS in cui chiede l’unanimità per accettare la candidatura. Un clamoroso autogol, visto che subito la componente del partito vicina a Boccia annuncia la decisione di astenersi, nella speranza che con la conseguente rinuncia del sindaco di Bari, in qualche modo lo stesso Boccia ritorni in corsa. A quel punto, Blasi ed Emiliano capiscono che si mette male, e decidono di prendere tempo: si aprono le porte, si rinvia l’assemblea dando la colpa all’avversario, nel frattempo Emiliano smentisce l’SMS, Boccia smentisce la sua astensione si va verso le primarie, unica via d’uscita ancora possibile.

Sul campo rimangono solo da definire data, e la sorte della leggina ad emilianum… come se fosse poco.

Spernacchiatemi al petto.

Qualcuno lo aveva previsto

Un’interessante lettura della questione regionale pugliese in un vecchio post di Alessandro Tauro. L’articolo è d’impostazione “travagliesca”, con una concatenazione degli eventi e delle dichiarazioni ufficiali decisamente suggestiva, specie alla luce degli ultimi avvenimenti: la tesi, non nuova, è che al centro di tutto ci sia l’interesse di un certo gruppo imprenditoriale e politico verso l’AQP.

La storia che state per leggere è una storia che lega tra loro sanità, risorse naturali, amministrazioni pubbliche, il mondo della politica, ipotesi giudiziarie, vittime inconsapevoli e navigati carnefici.
E’ una storia che parla di interessi economici, di giochi al limite del political-thriller, di alleanze trasversali, di mondo imprenditoriale e di celebri uomini politici costretti a ricoprire il ruolo della pedina inconsapevole in una scacchiera sconosciuta.