Cose che fanno male alla salute

La processione dei misteri sarà tanto bella e suggestiva, ma se devi ritirare in farmacia una bombola di ossigeno per un tuo famigliare che sta male, la strada è bloccata e così devi fendere la folla per duecento metri con 30kg sulle spalle, forse qualche pensierino ti viene.

Tornato dal 1995

Dopo dieci anni di felice uso di adsl, i fornitore mi avvisa che questa sera potrò trasmettere l’ordine solo via modem.

Momenti di panico. Tiro fuori il mio vecchio supra 28800 fax/modem che riposava ormai da aanni in un cassetto, lo attacco all’alimentatore, al pc e sul piccolo display frontale appare la scritta OK. Fortuna che il mio pc è ancora un Dell del 2002, ed ha la porta seriale.

Ok, parto con l’ordine, seleziono la trasmissione via modem, e lì si ferma tutto: “Configuro il modem” …”Il modem non risponde”…”Errore, ordine non trasmesso”.

Panico.

Ho dovuto riesumare una vecchissima installazione di Zoc, per riuscire a sbloccare il modem e completare la trasmissione. Per cinque minuti mi sono sentito perso.

Domani niente Skype

In una classifica virtuale delle domeniche-tipo, le migliori sono quelle che c’è regata. Poi vengono quelle che non c’è regata, ma nemmeno si lavora. Queste possono essere in realtà di due tipi: quelle da muffa sul divano, e quelle da scampagnata/passeggiata/shoppingikea, ma non vorrei complicarvi le cose. Scendendo ancora nella scala biologica delle domeniche ci sono quindi quelle lavorative, e infine quelle peggiori: quelle lavorative in cui però ci sarebbe la regata.

Peggio di queste, c’è solo la domenica-di-merda-definitiva: sei di turno, c’è regata ma non ci puoi andare, e ti tocca dormire sul divano. E’ una cosa rara, la cui frequenza è simile all’allineamento dei pianeti: capita in media una volta ogni X anni, ma capita.

Oggi, per esempio.

Il fatto è che lavorare non è un problema, anche se hai passato la notte in bianco. La palla è lavorare, stanco morto, mentre pensi che potresti stare in falchetta mentre risali di bolina  con nessuno davanti  e il traguardo che si avvicina (lo so che quasi mai si arriva di bolina, non fate i pallosi)

Naturalmente non è mai successo, ma il punto è proprio questo: poteva essere il giorno giusto, no? Invece no, stai qui a lavorare.

“Prego, mi dia le tessera sanitaria.. grazie. Ecco, a lei”

Eh, avranno finito la prima prova. Chissà, magari hanno vinto. Vabbè, magari no, però sono sicuramente fra i primi. Si, saranno quinti o sesti, secondo me.

“Deve prenotare una Risonanza magnetica? la prima disponibilità è a giugno 2012”

Si, però se avessero vinto mi avrebbero chiamato subito dopo la prova, ne sono sicuro. Invece non hanno chiamato. Saranno ancora a mare, comunque, forse fanno tre prove. L’altra volta a momenti perdevamo una partenza, per mangiare i panini, ahahahah, …e poi saranno incasinati con i settaggi.

“Mi dispiace, per la tachipirina 1000 compresse ci vuole la ricetta, si”

Però non chiamano. Strano. Sono le cinque, e ancora non chiamano. E’ buio, ormai. Staranno in fila per mettere a secco la barca, che palle. Ci sono quelli che arrivano dopo e s’infilano sempre… stronzi!

“Nausea e vomito, dice? Ha mangiato qualcosa di particolare nelle ultime 24 ore? Eh, no, le ostriche non aiutano, no”

Eh, però sono le sei, saranno a terra, ormai. Staranno scherzando in ufficio in attesa delle classifiche, sicuro. Anzi, staranno sfottendo Mummolo, ahahahah, chissà come sono arrivati, quei loffi! Anzi, quelli di iatta staranno ancora ripiegando lo spi, ahahahahah. … mmmmh però… però… potevano pure chiamare no?

Vabbè mo’ chiamo io.

“Ehi, Mimmo, allora? Ancora a Taranto, immagino!  …no? ah,  già a casa… avete fatto presto… allora, com’è andata? …eh? …come?  …disastro? …come disastro? …terzultimi? …TERZULTIMI?? …ma cazzo, com’è possibile? …ah, ho capito… la tattica… poco vento… virate fatte così così… beh, vabbè, sarà per la prossima, dai. Ok, ciao, a presto, buona serata”

Cazzo, terzultimi.

Chi se lo sente, domani, a Mummolo?

ps: qui, intanto, la classifica aggiornata a metà campionato.

Ogni anno quasi uguale all’altro, solo un po’ peggio

er.jpeg Come sicuramente molti di voi sapranno, durante i giorni festivi l’unico medico reperibile con sicurezza è il medico in servizio preso la guardia medica in via Schiavo. Da qualche anno, il servizio si è esteso anche ai giorni prefestivi, assimilati così al sabato, nei quali la guardia medica è aperta sin dalle dieci del mattino. Nei giorni feriali, la guardia medica copre solo la fascia oraria diurna, 8:00-20:00.

Se in condizioni normali ciò può essere un’organizzazione tutto sommato funzionale e calibrata rispetto alle necessità di un paese come Sava, durante il periodo delle festività di fine anno, la situazione diventa rapidamente insostenibile.

In pratica, dalle dieci del mattino del 24, fino a lunedì 28 dicembre, c’è stato un solo medico per 17000 persone, diviso fra l’ambulatorio di guardia medica e le visite domiciliari, con le conseguenze che sono facili da immaginare: attese interminabili in guardia medica, servizio erogato a singhiozzo, difficoltà di prescrizione di farmaci particolari, visite domiciliari non sempre tempestive e così via.

L’anno scorso è stato addirittura peggio, con Natale, Santo Stefano, poi sabato e domenica consecutivamente. In pratica, quasi cinque giorni senza medico di famiglia – fermo restando occasionali disponibilità dei singoli, chiaramente.

Insomma, non funziona. Di fronte ad un ponte così lungo, sarebbe necessario che in guardia medica ci fossero almeno due medici insieme, uno disponibile per le domiciliari, e l’altro per il servizio ambulatoriale. Non è fantascienza: in tantissimi paesi, per certo nel brindisino (Torre Santa Susanna, ad esempio) funziona così. A suo tempo, ne parlai con l’allora direttore generale della ASL, Petroli, forse sarebbe il caso di riprendere il discorso.

Se poi volessimo ampliare gli orizzonti, e nell’eventualità che io diventi ministro della salute anche per un solo giorno, vi dico quella che sarebbe la mia riforma del servizio di medicina di base: niente più singoli ambulatori, ma strutture più grandi in cui collocare più medici insieme, capaci di coprire tutte le fasce orarie, e incorporando all’interno della stesse anche il servizio di guardia medica. Così facendo, ci sarebbe una maggiore “osmosi” di competenze fra il medico “di guardia” e il più esperto medico di base, i cittadni non sarebbero più legati al singolo medico ma alla struttura nel suo insieme, con vantaggi notevoli sulla correttezza del rapporto medico-paziente. All’interno di queste strutture, si potrebbero così erogare anche prestazioni specialistiche di base, es. visite cardiologiche, visite dermatologiche, ecc. nonché organizzare più facilmente (e a minori costi) l’aggiornamento professionale collettivo della categoria.

Vabbè, mi fermo qui. Ne parlerò alla Poli Bortone.

Boomerang

Controllate la data…

Migliora il sito della tua farmacia

12 Dicembre 2005 | 11:18

Hai un sito? Vuoi migliorarne l’immagine? Vuoi mantenerlo sempre aggiornato? Vuoi arricchirlo di contenuti di salute e benessere? Farmacia.it ha studiato soluzioni comunicative su misura per te.

Il web da sempre può dare una spinta decisiva alle aziende che cercano nuovi clienti e a quelle che vogliono migliorare l’immagine della propria azienda. Credendo in queste potenzialità, hai realizzato il tuo sito.

Ma perché il tuo sito risulti ancora oggi al passo con i tempi, per niente sorpassato e trascurato con grande danno dell’azienda, è importante che sia aggiornato. Perché un sito curato e sempre aggiornato può essere la migliore testimonianza di un salto di qualità.

Milanese non si nasce, si diventa

Vengono in farmacia con un’aria apparentemente sicura e determinata, ma non abbastanza da cancellare il dubbio che li rode: si vede che non sono più come voi, che ormai sono “di su”?
Così domandano chiedono s’informano, ma con l’unico scopo di far notare il “nuovo accento”, simbolo ormai di appartenenza – tanto da non avere alcun interesse per le risposte.
Così capita che qualcuno ti chieda un apparecchio per la misurazione per la glicemia “che tanto a voi li regalano” (vero) e “io il mio l’ho dimenticato su a casa” (probabilmente falso), e quando ti informi su che apparecchio avesse usato in precedenza ti senti rispondere: “sa, non so, vengo da Milano”.
Avrei potuto chiedergli “lei è allergico agli antinfiammatori?”, oppure fare la supercazzola, sarebbe stato uguale.

Memorie di Adriano

Adriano_PanattaIn questi giorni di servizio notturno, mi capita di cercare qualcosa di decente da vedere in tv, inutilmente. Quando non passa nemmeno un Totò d’annata, o la replica di un Botafogo Palmeiras, un rifugio sicuro è Supertennis: un canale tematico poco più che casereccio. I diritti tv dei tornei costano, così su Supertennis passano pallosissime disquisizioni tecniche sulla cinetica del movimento del braccio nel servizio kick effettuato con la presa western di dritto, e, più raramente, spezzoni di vecchie partite degli anni ’70 e ’80. Oddio, ultimamente hanno anche passato qualche torneo in diretta, devo dire.

Ieri trasmettevano il primo singolare della terza giornata della finale di Coppa Davis fra Italia e Australia del 1977, fra Adriano Panatta e John Alexander. Ricordavo perfettamente quella partita, perché avevo messo la sveglia alle 3 per guardarla con mio padre in diretta, col commento del vecchio Guido Oddo (si, eravamo ancora in era pre-Bisteccone).

Insoma, un po’ per vedere se magari stavolta finiva diversamente, un po’ perché davvero non c’era altro da guardare, ho cominciato ad appassionarmi a quelle immagini un po’ sgranate. Sembrava tutto molto più lento, i giocatori, le palline, i movimenti… tutto.

Ho rivisto Panatta battere sul 6 a 5 in suo favore nel quarto set, due set a uno avanti, e mi sono ricordato che da bambino a quel punto stavo per ricoricarmi in attesa dell’ultimo match fra Barazzutti e Roche, che con la vittoria di Adriano sarebbe stato decisivo – invece non andai a dormire: perse quel servizio con un doppio fallo assassino sul 30 pari, e soffrii fino alla fine con un Panatta capace di risollevarsi dal 2 a 5 nel quinto set, per poi comunque perdere 11 a 9…

Vabbè, come insegnano a Lost non si può cambiare il passato, nemmeno tornando indietro nel tempo.

In tutto ciò, si è avvicinata la socia a curiosare su cosa riuscisse a trattenermi davanti alla tv seduto sulla freschissima(!) poltrona di pelle, e istintivamente le ho chiesto “ti ricordi? è la finale di coppa davis giocata a Melbourne contro l’Australia nel… ehm, niente, niente, lascia perdere”

Europeisti da sempre!

La Corte di Giustizia Europea ha dichiarato perfettamente legittima la norma di legge italiana che riserva la titolarità delle farmacia esclusivamente ai farmacisti.

Allegato n°1circ.058del20.05.09

Nelle sentenze pronunciate in data odierna la Corte rileva che l’esclusione dei soggetti non
farmacisti dalla possibilità di gestire una farmacia o di acquisire partecipazioni in società di gestione di farmacie costituisce una restrizione alla libertà di stabilimento e alla libera circolazione dei capitali.
Tale restrizione può essere nondimeno giustificata dall’obiettivo di garantire un rifornimento di
medicinali alla popolazione sicuro e di qualità.

La patente

Secondo me è assurdo che per raccogliere i funghi ci sia bisogno di un patentino, previa frequentazione di un corso, e si possa invece mettere al mondo un figlio senza bisogno non dico di un diploma, ma almeno di aver letto qualche appuntino scritto da chi ci è già passato. Anche se l’idea della scuola di specializzazione in genitorialità non mi sembra così campata in aria.

Altrimenti poi finisce che si va in giro alle tre e mezza di notte cercando buste di latte arricchito con le vitamine.