Volevo parlare della tassa sulle barche, poi mi è arrivata una mail che annuncia il testo definitivo del decreto che sancisce la liberalizzazione dei farmaci di fascia C. Dal primo gennaio, infatti, la vendita di farmaci con obbligo di ricetta viene estesa anche alle parafarmacie, o comunque a tutti i punti vendita in cui c’è la presenza di un farmacista.
E fin qui avrei già molto da dire, ma mi astengo, perché il punto importante è un altro: su questi farmaci sarà possibile praticare sconti da parte dai farmacisti – o forse sarebbe meglio dire negozianti, a ‘sto punto.
Intendiamoci, non intendo certo negare che all’interno della farmacia, intesa come “istituzione”, l’anima commerciale e quella professionale convivano con alterne fortune, il punto è che fino ad ora c’è sempre stato un limite invalicabile: la ricetta medica. Da Aosta a Trapani il farmaco “importante” è sempre costato uguale.
Dal primo gennaio cambierà tutto. La novità dirompente è che, anche su questi farmaci ( come già da qualche anno sui prodotti da banco e i SOP, cioè senza obbligo di ricetta medica) sarà possibile praticare prezzi promozionali.
In termine strettamente tecnico, questa cosa è, a mio parere, una gigantesca stronzata.
Il problema sono i prezzi alti? Si imponga una riduzione per legge di una cifra percentuale X, e amen. Praticare prezzi diversi, su farmaci sui quali i pazienti NON hanno possibilità di scelta, perché prescritti dal medico, significa discriminare il diritto alla salute di alcuni rispetto ad altri, rispetto cioè alla fortuna di abitare vicino a un centro commerciale, o una catena di parafarmacie invece che sul cucuzzolo di una montagna.
4. E’ data facoltà alle farmacie e agli esercizi commerciali di cui all’art. 5, comma 1, del decreto legge 4 luglio 2006, n. 223, convertito con modificazioni dalla legge 4 agosto 2006, n. 248, di praticare liberamente sconti sui prezzi al pubblico su tutti i prodotti venduti, purché gli sconti siano esposti in modo leggibile e chiaro al consumatore e sia praticato a tutti gli acquirenti.
Infine, mi sia consentita una punta di benaltrismo: ok, vada per la liberalizzazione dei farmaci, benissimo. Possibile però che sia l’unico provvedimento adottato sul tema? Tassisti, giornalisti, notai… niente? Davvero l’Italia non cresce per il monopolio dei farmaci di fascia C detenuto dalle farmacie?
Professori, puah.