In movimento (leeeeeeeeento)

Nel corso della conferenza stampa tenutasi ieri, Sava in Movimento ha annunciato la sua astensione dalla votazione del bilancio di previsione 2011.

Un tremendo colpo di sedere inferto alle suole del sindaco Maggi, praticamente.

“Siamo in una situazione particolare” ricorda Decataldo e “nella penultima riunione di maggioranza, a cui siamo stati invitati, siamo stati verbalmente aggrediti da un componente della maggioranza stessa”. Decataldo ricorda che il suo movimento non è stato invitato neanche all’ultima riunione di maggioranza.

Partiti!

Con le interviste a Salvatore De Felice e Bruno D’Oria pubblicate sugli ultimi numeri di Vivavoce si apre la campagna elettorale per le comunali 2012.

Il leader del centro-sinistra savese annuncia di fatto la fine dell’esperienza Maggi, ma, partendo da questa, lancia un progetto politico nel segno della continuità (in pratica: PD SEL IoSud, UDC, SDI) pronto tuttavia ad allargarsi ad altre forze politiche (ancora?! verrebbe da chiedere)

Dall’altra parte si raccoglie invece la proposta di un Patto per Sava, così come proposta da Dario Iaia, e si lancia così la sfida per un’alternativa all’esperienza amministrativa in corso.

Manca ancora tanto tempo alle prossime elezioni, e tanta acqua passerà sotto i ponti sino ad allora, ma, tanto per essere chiari, io sto con Dario. E Salvatore. E tutti quelli che vorranno starci.

Vendola, Le Fabbriche, e la partecipazione attiva

Vi segnalo un interessante articolo sull’attuale stato delle fabbriche di Nichi, dove, per dirla con le parole di Onofrio Romano, docente di sociologia dei processi culturali all’università di Bari:

la loro più forte ambizione è quella di restare puri e realizzare una forma convinta di «individualizzazione integrale», ogni struttura libera da condizionamenti esterni ed interni ed ogni “operaio” (così si chiamano gli aderenti al movimento) libero dalla struttura stessa: in perenne tensione verso la propria idea di attivismo. Il sociologo, che definisce Vendola «un roditore infiltratosi nelle istituzioni per svuotarle dall’interno e assicurare così ai cittadini il massimo grado di autodeterminazione», si pone un interrogativo serio: come fanno a stare insieme la voglia di indipendenza politica che anima la base delle Fabbriche e la strumentalità carismatica dell’organizzazione stessa, del tutto ritagliata sulle fattezze del leader pugliese? La domanda è ardita e richiede una risposta lunga almeno venti pagine, tante quante sono quelle del suo “La Fabbrica di Nichi. Comunità e politica nella postdemocrazia”

Sapendo che a Sava vi sono sicuri protagonisti del movimento vendoliano, sarebbe interessante conoscere la loro opinione.

La risposta di Fratoianni è comunque interessante:

in quel percorso ci sono anche molti limiti come accade le volte che ci si misura con la sperimentazione di nuove forme di organizzazione della partecipazione e della politica ma tocca andare avanti, anche perché l’unico strumento disponibile – salvo trasformare la partecipazione alle scelte in cooptazione all’interno della governance – è quello del conflitto

(via francesco costa)

Segni della vecchiaia

Se ne vanno gli idoli di gioventù: è morto Clarence Clemons, vacca boia.

It is with overwhelming sadness that we inform our friends and fans that at 7:00 tonight, Saturday, June 18, our beloved friend and bandmate, Clarence Clemons passed away. The cause was complications from his stroke of last Sunday, June 12th.

links for 2011-06-18

  • E quando quel Ministro dice che siamo l’Italia peggiore non ha torto.
    Siamo l’Italia peggiore che potessero fare.

    Perché con le loro leggi immonde sul lavoro, con la disattenzione verso i giovani, con il disinteresse verso le famiglie, con la loro mannaia sull’istruzione, con la loro incapacità di governare, di promuovere lo sviluppo, di difendere le risorse, di incentivare le imprese, sono riusciti a fare davvero la peggiore Italia.

Facciamo i Cicchitto della situazione

Una volta detto l’ovvio, e cioè che il risultato del referendum è solo l’ultimo sintomo dell’avvenuta dissoluzione del consenso berlusconiano, farei però molta attenzione a interpretare il risultato in modo trionfalistico per il centrosinistra.

Non mi pare che l’avvenuto distacco dell’elettorato dall’attuale maggioranza possa ancora interpretarsi come un chiaro segnale di apprezzamento per la parte opposta, al di là degli innegabili segnali di vitalità del suo elettorato – ancora confinato, però, nello steccato del 28/30%.

Insomma, non mi pare proprio che ci sia nel centro-sinistra qualcuno capace d’intercettare e di guidare questa grande richiesta di cambiamento.

(A parte Aldo Maggi, dico)

(edit: A ‘sto giro, il più saggio pare Di Pietro. Dico: Di Pietro! Sarà l’eclissi di luna di domani)

La mia analista politica preferita

Pensavo che il quorum non venisse raggiunto, ed ero in buona compagnia.

Avevo letto i pronostici di Francesco e la sua analisi mi pareva condivisibile. Anch’io quindi avrei giurato su una partecipazione intorno al 40%. Solo la socia ha provato, inutilmente, a farmi riflettere su una possibile falla del ragionamento: e cioè che gli elettori non necessariamente sono di destra, quando votano a destra – e lo stesso vale anche per la sinistra, ovviamente.

C’è una frazione di elettorato pronta a cambiare opinione, e capace di ragionare sulle proprie posizioni a seconda delle circostanze – infatti i governi e le amministrazioni cambiano.

D’altro canto come stupirsi: io sono quello che aveva pronosticato Miami.

links for 2011-06-10

  • A first-round draft pick in 1978, Mitchell spent 3 1/2 seasons in Cleveland before being traded to the Spurs. He averaged 24.5 points during his one All-Star season, which took place while the Cavaliers were among the league's worst teams.
    Mitchell played more than a decade in Europe after his NBA career ended in 1988.

Parlando con franchezza

Io delle questioni sollevate dai referendum non me ne sono occupato per niente. Aspettavo con pigrizia che mi capitasse qualche articolo, post, o volantino, che spiegasse chiaramente le ragioni del si e del no ai vari quesiti.

Mi ero ormai rassegnato a votare solo per appartenenza, se non per ideologia (“l’alto valore simbolico”), poi ho trovato questo articolo, che mi pare molto ben fatto.

Magari, può essere utile anche a qualcun altro.

Detto ciò, io sono quasi dello stesso orientamento dell’autore: voterò tre si e un no sul secondo quesito sull’acqua (scheda gialla). Diversamente da Costa, voterò però si al referendum sul nucleare, perché qui e ora la gestione di una politica energetica nucleare in mano a questo governo (ma direi all’attuale classe politica italiana in toto) è davvero di una pericolosità inimmaginabile, tale da superare qualsiasi questione di principio, su cui pure in linea teorica potrei essere d’accordo.