La fogna mediatica /2

Nel precedente post ho cercato di dare un’idea, forse vaga, della gravità del problema ambientale savese. L’espressione “stare nella merda” credo assuma in questo caso il suo significato più pieno.

Per riassumere, il 90% delle abitazioni savesi sversa i liquami in pozzi neri da cui penetrano direttamente nel sottosuolo. Se il terreno è sufficientemente poroso, questo avviene senza alcun intervento di pulizia o svuotamento del pozzo, e quindi in definitiva senza alcun costo per il cittadino. Al contrario, dove il terreno è cretoso, la capacità di assorbimento è molto scarsa, per cui periodicamente la fossa deve essere liberata dai liquami che la riempiono. E qui si introduce il problema economico.

La mancanza di depuratori nelle vicinanze di Sava, costringe infatti le aziende specializzate a smaltire i liquami prelevate dalle fosse dei cittadini ad arrivare fino a Taranto, con costi che per l’utente finale sono ormai arrivati a 150/180€ a svuotamento.

Ci sono famiglie che devono effettuare tale svuotamento ogni 15,20 giorni.

E’ facile capire quindi come il problema ambientale sia del tutto secondario, nella percezione comune, rispetto al problema economico.

(2 – continua)

E’ ufficiale

La detassazione degli straordinari era già un provvedimento molto discutibile in linea di principio, nella sua formulazione definitiva è la classica porcheria legislativa all’italiana. Non si poteva abbassare le aliquote e amen? Ne avrebbero usufruito tutti, precari e non, e non sarebbero state possibili furbizie e ingiustizie che, con questa idea di provvedimento, sono inevitabili.

Un commento dettagliato su noiseFromAmerika.

La fogna mediatica

Se c’è una cosa per la quale Sava può vantare un autentico primato è la mancanza della fogna.

Pare infatti, che dei pochissimi paesi italiani senza una rete fognante in funzione, Sava sia il più grande – per la cronaca circa 17000 abitanti. Se ho specificato “in funzione” è perché in realtà la rete fognante esiste, costruita in più riprese negli ultimi 25 anni, ma il depuratore a cui è già collegata, nel territorio del vicino comune di Manduria, non è a norma, e comunque non sarebbe in grado di accogliere i reflui delle oltre 5000 abitazioni potenzialmente “allacciabili” in Sava.

Qualcuno che leggesse queste righe da marte, o da Cinisello Balsamo, potrebbe chiedersi: ma come si può vivere in un paese così? Risposta semplice e scontata: di merda. Ma non per questo meno veritiera, in senso letterale.

Premessa: chi non ha un allacciamento alla rete fognante, deve (o come vedremo, dovrebbe) munirsi di una fossa settica, o fossa imhof, che raccoglie le acque nere e da cui periodicamente vengono prelevati i prodotti sedimentati delle deiezioni.

in realtà, ciò è valido solo per un 10% dei casi, principalmente esercizi commerciali, per la rimanente parte delle abitazioni savesi, i liquidi vengono dispersi direttamente nel sottosuolo.

(1 – continua)

Cronache dal PD

In regione si consolida una cordata che ha come riferimento la “fondazione ItalianiEuropei”.

C’è più vita su marte.

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Sempre così

Dall’indulto alla tolleranza zero: ieri a maledire questa estate che non arriva, oggi tutti a lamentarsi per il gran caldo.

Così il consiglio comunale di Sava: in cinque mesi un solo argomento all’ordine del giorno, nella seduta di venerdì prossimo sono ventisette.

Qualcosa invece si

La pizza di Starita è mondiale, e anche i fritti. Per non parlare del nocciolino del Professore, leggendario!

Per la cronaca, abbiamo visto Le sette opere di misericordia del Caravaggio. E anche Il Cristo velato. Ma solo per darci un tono.

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Qualcosa non torna

Reduce da un weekend a Napoli, devo dire che fatico a riconosere la situazione drammatica descritta in questo post, ma certo io non sono andato a Ponticelli. Ho girato in lungo e in largo nei quartieri spagnoli, nel centro storico, e Napoli mi è sembrata esattamente uguale ad un anno fa. Sporchissima, certo, ma la monnezza bene o male la portano via. Persino da Via dei Tribunali alle 11 di sera di sabato.

Perché da lì si, e dalle periferie no, non capisco… e perché smaltire questa monnezza, ma non altra, nemmeno.

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Wembley ricostruito

No, non quello vero, ma un campo del Subbuteo originale con tutti gli accessori possibili ed immaginabili.

Il proprietario/collezionista è Gianni, un carissimo amico, che iniziò una piccola setta di adepti una trentina di anni fa (ouch!). Lo stiamo ricostruendo per intero dalle scatole originali. Per capirci: 5000 spettatori circa, torri faro, torretta radio/tv, tabellone punteggio, raccatapalle, polizia, equipe medica, e per finire la Regina Elisabetta che consegna la coppa Rimet del ’66.

Ecco un piccolo assaggio

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