Nel precedente post ho cercato di dare un’idea, forse vaga, della gravità del problema ambientale savese. L’espressione “stare nella merda” credo assuma in questo caso il suo significato più pieno.
Per riassumere, il 90% delle abitazioni savesi sversa i liquami in pozzi neri da cui penetrano direttamente nel sottosuolo. Se il terreno è sufficientemente poroso, questo avviene senza alcun intervento di pulizia o svuotamento del pozzo, e quindi in definitiva senza alcun costo per il cittadino. Al contrario, dove il terreno è cretoso, la capacità di assorbimento è molto scarsa, per cui periodicamente la fossa deve essere liberata dai liquami che la riempiono. E qui si introduce il problema economico.
La mancanza di depuratori nelle vicinanze di Sava, costringe infatti le aziende specializzate a smaltire i liquami prelevate dalle fosse dei cittadini ad arrivare fino a Taranto, con costi che per l’utente finale sono ormai arrivati a 150/180€ a svuotamento.
Ci sono famiglie che devono effettuare tale svuotamento ogni 15,20 giorni.
E’ facile capire quindi come il problema ambientale sia del tutto secondario, nella percezione comune, rispetto al problema economico.
(2 – continua)