La crisi in poche parole

Le istituzioni europee non vogliono più Berlusconi, ormai è chiaro. Anzi, non lo vuole praticamente più nessunom anche all’interno del Pdl. Fanno eccezione solo quelli più preoccupati più della propria posizione attuale che del medio periodo: i miracolati e i peones (per capirci: Scilipoti e dintorni) del futuro se ne fottono, tirano a campare il più possibile e amen.

Gli altri invece, intesi come  i quadri, i ras locali, le figure di medio peso, si rendono conto che l’impero berlusconiano è alla fine, e un ricambio, finalizzato a recuperare consenso sino alle elezioni del 2013 sarebbe molto meglio per loro. Naturalmente non lo possono dire apertamente, ma a saper leggere certi riposizionamenti (Tosi, Scajola, lo stesso Formigoni) appare abbastanza chiaro.

Dall’altra parte però non è che poi si sia molto più tranquilli: eventuali elezioni anticipate magari si vincono, ma poi?

Se il governo cadesse adesso, si troverebbero alle prese con i provvedimenti richiesti dalla Bce, che non hanno alcuna intenzione di avallare, un po’ per convincimento ideologico, molto  per mera convenienza elettorale. Figuriamoci: via Berlusconi si troverebbero, per l’ennesima volta, a operare i tagli “di macelleria sociale” imposti dall’Europa ( Infatti, nel manifesto che presenteranno il 5 novembre, fra le 10 cose che propongono non ce n’è nemmeno una di quelle richieste dalla Bce. In compenso, c’è la liberalizzazione dei servizi pubblici locali, dopo che pochi mesi fa hanno cavalcato il referendum che SI OPPONEVA a tale misura. So’ fenomeni)

Eppure sarebbe l’unica cosa ammissibile: se il governo cadesse, solo una guida autorevole (Monti?), e con un programma ben definito (le riforme imposte dall’Europa) potrebbe traghettare l’Italia alle elezioni del 2013, altrimenti, se fosse per governare secondo le ricette di Bersani e Di Pietro,tanto varrebbe andare a votare subito.

Cosa succederà?

Io la penso come Christian Rocca.

Ipotesi 1: Berlusconi adotta quei provvedimenti stasera, senza infingimenti e senza ulteriori buffonate. Improbabile.

Ipotesi 2: Berlusconi non lo fa e allora si deve trovare una maggioranza politica alternativa in Parlamento per fare queste cose ad horas e poi andare subito dopo alle elezioni. A occhio si tratta di un paradossale governo di centrodestra cioè berlusconiano, allargato al centro, forse mondato dalla Lega, non guidato da Berlusconi e con l’opposizione di centrosinistra che grida esattamente come adesso alla macelleria sociale e con i sindacati in sciopero generale. Possibile.

Ipotesi 3: Berlusconi non adotta quei provvedimenti necessari e non si dimette, anzi con un’ennesima acrobazia propone una mega tassa sui patrimoni, ovvero il medesimo ingrediente della ricetta dell’opposizione, di tutta l’opposizione, quella tecnica e quella politica, quella di centro e quella di sinistra, quella socialdemocratica e quella radicale. In questo modo, facendo esattamente quello che l’opposizione vorrebbe fare, Berlusconi frega l’opposizione, i mercati se ne fregheranno perché la patrimoniale non risolverebbe nulla e alla fine a rimanere fregati saremo noi. Probabile.

Manca solo Perry Mason al posto di Ghedini

Dopo la passerella di ieri la strategia è chiara: trasformare il processo Ruby in una grande sfilata di belli e famosi davanti ai giudici cattivi, sfigati e comunisti.

Compaiono invece anche i nomi dei ministri Maria Stella Gelmini, Mara Carfagna, Franco Frattini e Giancarlo Galan nella lista dei 78 testimoni citati dalla difesa di Silvio Berlusconi. Nell’elenco oltre ai parlamentari del Pdl Paolo Bonaiuti, Valentino Valentini e Maria Rosaria Rossi, sono stati convocati come testi Elisabetta Canalis e George Clooney, le showgirl Aida Yespica e Belen Rodriguez e la conduttrice televisiva Barbara D’Urso

Perché lui è un tenerone, in fondo

[Berlusconi] per capire come vanno i summit, finì un giorno nella dacia di Putin, e Putin lo invitò a una passeggiata nel bosco. Solo io e te, disse. Valentino e gli altri restarono nella dacia. Silvio si infilò il colbacco e i due camminarono nella neve. Parlarono. Progettarono. Stabilirono. Finché d’un tratto passò un’ombra al galoppo. Putin imbracciò il fucile e fece fuoco. Aveva ammazzato un cervo sul colpo. Sfoderò un coltellaccio, aprì il cervo, ne estrasse il cuore e lo donò all’ospite in segno di amicizia fraterna. E si dispiacque nel vedere l’ospite sbiancare e venire giù, come un muro di Pompei.

(da lastampa.it, grazie a Francesco Costa)

Tanto ‘sti africani so’ tutti uguali

Di tutta questa storia del bumba bumba, la cosa che mi ha colpito di più è la scusa inventata dal PdC al telefono col questore: “quella povera ragazza (marocchina) è nipote di Mubarak (egiziano)”

Roba da Christian De Sica  nei film di Oldoini.

Più complicato, e meno divertente

Dopo il video-spiegone su Beautiful, ecco quello sul lungo e complicato amore fra Berlusconi e Fini

(Via IlPost.it)

 

A giorni alterni

Se si è pronti a rallegrarsi per i rimbrotti del Vaticano nei confronti di Berlusconi per le sue barzellette, poi però toccherebbe apprezzare pure queste minchiate, no?

Insomma, io sto con Luca.

Un esempio da seguire

Dice Berlusconi che Brancher dimettendosi «ha dimostrato il suo impegno per il Paese».

Ora, è la prima volta nella storia, credo, che qualcuno dimostra il suo impegno per il paese togliendosi dalle balle.

(piovono rane)

Peccati

Ragazzi, se piace il trash la tv italiana è fenomenale: questa sera seconda puntata di Peccati, dedicata ai sette peccati capitali, appunto. Tema odierno: l’invidia.

In pratica: massacro di Fini, Bocchino e compagnia cantante, con Storace nei panni del killer, e qualche altra mezza calzetta a supporto. Ah, c’è pure Capezzone, figurarsi.

update: sarà anche da scompisciarsi dal ridere, ma manco nel cile di pinochet avrebbero mandato in onda una trasmissione simile. Da non credere.

Mi scarico il podcast, se c’è, per rivederlo quando questo brutto sogno sarà finito