Facciamo il punto della situazione: il sindaco Maggi, del Pd, è a capo di un’amministrazione con un vicesendaco, anche lui del Pd, un altro assessore del Pd e sei consiglieri comunali del PD. Siamo a metà maggio e malgrado i ripetuti annunci di un bilancio da approvare entro il 31 dicembre 2009 siamo ancora a zero.
Lo scorso 29 aprile infatti, è stato proprio il Pd con le sue assenze a determinare il rinvio della seduta consigliare, facendo slittare il tutto al prossimo 24 maggio.Alla base dell’episodio non una scelta politica del gruppo, bensì una serie di motivazioni scollegate, almeno apparentemente: un problema di famiglia per un consigliere, un ripicca nei confronti di un assessore per un altro, e, nel caso del capogruppo, la denuncia di inadempienza degli obblighi economici verso il partito da parte dei suoi amministratori.
Nel frattempo, i giornali riferiscono di almeno quattro o cinque inchieste della magistratura su alcune questioni poco chiare, la guerriglia interna al PD assume riflessi tragicomici, con richieste di sfiducia nei confronti di assessori dello stesso partito, ma di “corrente” opposta, e il sindaco non sorprendentemente dichiara di non volersi ricandidare alla fine del suo mandato.
Ce ne sarebbe abbastanza da pensare che l’amministrazione sia in forte pericolo, ma in realtà così non è. Dopo queste estenuanti schermaglie quasi sicuramente il bilancio verrà votato e tutto proseguirà come prima: a proposito delle sue perenni tribolazioni Andreotti direbbe che la giunta Maggi ha “gli anni contati”…
Quello che è in pericolo, in realtà, non è l’amministrazione, ma la credibilità del Pd e di tutta la coalizione. L’impressione è che senza un deciso e improbabile scatto d’orgoglio, alla fine del suo mandato, del centro sinistra savese e di questa esperienza politica rimarranno solo macerie.