Interessante intervista del ministro Prestigiacomo sul corriere.
I fatti sono noti, tre giorni dopo aver incassato la fiducia a Montecitorio, il parlamento ha approvato nell’ambito di un decreto a favore delle nuove imprenditorialità una norma che esclude queste nuove imprese dai alcuni controlli stringenti sulla normativa dei rifiuti.
Poiché il governo, rappresentato appunto dalla ministra, aveva espresso parere negativo sull’emenedamento, e quindi richiesto un nuovo passaggio in commissione del decreto, la sua approvazione ha determinato la crisi politica nei rapporti Prestigiacomo-PdL.
A qeusto proposito, la ministra dice:
Che cos’è successo esattamente alla Camera?
«Due giorni prima avevamo ottenuto il primo voto favorevole a Montecitorio dopo la fiducia, sul decreto rifiuti. Rappresentavo io il governo. Abbiamo concesso qualcosa al Fli, qualcosa all’Udc, qualcosa pure al Pd e all’Italia dei Valori, portando a casa il risultato. Poi mi sono ritrovata una norma, di cui non sapevo nulla, uscita guarda caso dalla commissione Lavoro, quella di Moffa, che ci teneva moltissimo…».
Una norma che sospende la tracciabilità dei rifiuti.
«L’80 per cento dei rifiuti italiani è speciale. Ed è fuori controllo. Viaggia per i fatti suoi. La documentazione è tutta cartacea, ed è facile falsificarla. Il controllo deve diventare telematico, con i dati su una chiavetta, una scatola nera sui camion, e la sorveglianza affidata ai carabinieri. Una rivoluzione. La Confindustria ci appoggia. Purtroppo molte aziende preferiscono il vecchio sistema. E dietro i rifiuti ci sono lobby potentissime».
Insomma, non ci vuol molto a immaginare il tenore dello scambio: un voto alla fiducia da Moffa in cambio del rinvio delle norme sul controllo dei rifiuti speciali.
Ma forse sono io che sono malpensante, eh!