Qui si era discusso lungamente del problema fogna, della costruzione del depuratore, e del possibile smaltimento delle acque residue in mare. Ora a leggere la pagina del quotidiano di Taranto che ho in mano, viene “qualche” dubbio:
Dalla condotta sottomarina fuoriesce liquame giallo-marrone, tipico dello scarico di fogna. A lanciare l’allarme è il sommozzatore ambientalista Fabio Matacchiera
[…]
La condotta fu realizzata per portare i reflui depurati dal depuratore Gennarini verso il largo del mare, ad una distanza dalla costa di circa 3km e ad una profondità di 80 m.
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La condotta, secondo l’ambientalista, continua a scardinarsi in più punti, crollando su se stessa e le arti di cui è costituita (giunti o tubi di acciaio rivestiti di calcestruzzo) si stanno distanziando per molti metri fra loro, spinti dai continui cedimenti per tutta la lunghezza della condotta stessa”
Ricapitolando: si paga circa 140€ per svuotare la fossa settica, col rischio che venga svuotata direttamente nelle campagne, come più volte verificato. Ma anche nella migliore delle ipotesi, e cioè che venga effettuato un corretto trasporto verso il depuratore Gennarini, lo stato della condotta sottomarina è tale che i reflui vanno a finire in mare a “460m circa di distanza da alcuni stabilimenti balneari della zona di San Vito“.
Anche se il problema forse è già a monte: possibile che le acque depurate siano un “liquame giallo-marrone” ?
E soprattutto viene da chiedersi se a questo punto non abbiano ragione gli ambientalisti a non fidarsi di una eventuale condotta sottomarina per lo smaltimento delle acque del futuro depuratore consortile di Sava-Manduria.
Se tutto va bene siamo in un mare di guai.