Non se ne esce

La scelta del candidato presidente per il centro-sinistra alle prossime elezioni regionali rischia di diventare una questione  difficile da risolvere. Senza danni, intendo.

La questione  è più o meno questa: Vendola è il presidente in carica, ma è da tempo sulla graticola, dall’altra parte, vi è la posizione di IdV e UDC che, per aderire al “progetto” (il famoso modello-Dellai, o se preferite Aldo Maggi va bene uguale) pongono una netta pregiudiziale nei suoi confronti.

In mezzo c’è il Pd, schiacciato fra la voglia di “mappazza” centrista con Poli-Bortone e compagnia, e la responsabilità politica dell’attuae amministrazione regionale, di cui il partito è azionista di maggioranza.

In un progetto politico serio, fatto da gente seria, il problema sarebbe in realtà di facile soluzione: nessuno pone pregiudiziali sul nome, al tavolo si avanzano le candidature, e se non c’è accordo si fanno le primarie – e buonanotte al secchio.

Ogni altra soluzione sarebbe un pasticcio e non porterebbe a niente di buono.

Il dodicesimo uomo

Ecco il motivo per cui non vado più allo stadio, anzi uno dei due. L’altro è che è più o meno come la politica: noi a credere, discutere, litigare, e loro a vendersi tutto il vendibile.

Dire figlio di puttana va bene, usare il fischietto va benissimo, deridere chi è in difficoltà è perfetto. Però buuu no, non si può. Bisognerebbe parlare di etica sportiva e di spettatori che fanno schifo per il modo in cui si accostano alla partita, invece il fanciullino che è in noi scrive che il razzismo è brutto (come le guerre, l’ipocrisia, l’evasione fiscale, le ragadi anali). Inutile dire che siamo dalla parte di Balotelli e che il colore della pelle non c’entra: da buttare, o almeno da lasciare a casa, è proprio il dodicesimo uomo in campo.

(indiscreto)

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Un’idea per il sindaco Maggi

A Chiaverano, in provincia di Torino, l’assessorato più importate è quello alle piccole cose.

“Quando il sindaco mi ha consegnato questo assessorato, con un nome che può anche fare ridere, ho pensato: allora conto davvero poco. Poi ho scoperto una cosa importante: in un Comune che ha pochi soldi, si riescono a fare solo le piccole cose. Altra osservazione: le piccole cose riguardano ogni branca del Comune. Conclusione: mi sono accorto di essere, forse, l’assessore più importante”