In questo clima da caduta dell’impero, i senatori del PdL, capitanati dal pugliese (farmacista) D’Ambrosio Lettieri, chiedono la calendarizzazione parlamentare di una legge che sancisca il diritto all’obiezione di coscienza del farmacista.
Per capirci: rifiutare la spedizione di ricette che prescrivano la pillola del giorno dopo, e similari.
La mia opinione è che il farmacista abbia il dovere di procurarsi tutti i farmaci correttamente prescritti da parte del medico e amen, senza eccezioni. Non fosse altro che così prescrive la legge.
Nessuno ti ha obbligato a fare il farmacista, se lo fai devi anche sapere che ti può essere richiesto di spedire ricette per farmaci che, se dipendesse SOLO da te, non prescriveresti mai, per convinzione o superstizione poco importa.
Ma tu non sei il medico, sei il farmacista, e non sta a te sindacare sul merito (morale! pfui…) di una prescrizione medica correttamente compilata.
Se poi eserciti questo tuo presunto diritto all’obiezione in condizioni normali, cioè in un contesto di normale raggiungibilità di altre farmacie, poco male. Se invece sei una farmacia di servizio notturno, o l’unica farmacia in un raggio di chilometri, allora sei una m… , no vabbè, non lo dico.
Calendarizzare i disegni di legge per il riconoscimento del diritto di obiezione di coscienza, oltre che per i medici e gli operatori sanitari, anche per i farmacisti, in modo da permettere loro di rifiutarsi di dispensare alcuni farmaci, soprattutto quelli per la contraccezione d’emergenza. In primo luogo la pillola del giorno dopo, ma anche, in futuro, quella dei cinque giorni dopo, attualmente al vaglio dell’Agenzia italiana del farmaco (Aifa). E’ la richiesta avanzata ieri a Roma in occasione del convegno ‘L’obiezione di coscienza del farmacista tra diritto, dovere e legislazione’ dai senatori del Pdl che hanno presentato tre diversi Ddl a palazzo Madama su questo tema.
(dalla newsletter dell’ordine dei farmacisti)