Altro che inglese

L’Istituto I.T.I.S. Del Prete ha organizzato un progetto finanziato dalla Unione Europea che ha consentito a due classi dell’istituto di studiare inglese all’estero in due scuole di Dublino e Londra. Sabato pomeriggio, nel laboratorio urbano mediterraneo di via Macello, si è tenuta la manifestazione conclusiva del progetto, con la partecipazione del direttore della scuola di Dublino partner dell’iniziativa.

Inutile dire che in tanti abbiamo sottolineato l’importanza di conoscere le lingue, e l’inglese in particolare.

Ci ho ripensato questa mattina, quando ho ricevuto questo biglietto.

Orari della Guardia Medica

Molti savesi saranno rimasti sconcertati alla vista di un cartello affisso presso la sedie di guardia medica che recita pressappoco così:

L’attività ambulatoriale sarà garantita nelle seguenti fasce orarie:

NOTTURNI FERIALI dalle 20:00 alle 22:30

PREFESTIVI E SABATO dalle 10 alle 13 e dalle 15:30 alle 22:30

FESTIVI E DOMENICA dalle 8 alle 13 e dalle 15:30 alle 22:30

Ciò non significa che il medico è presente solo negli orari indicati, ma che solo in quelle ore è disponibile per il servizio di prescrizione dei farmaci. Negli orari rimanenti, l’attività di guardia medica è riservata solo per le visite domiciliari (e conseguenti prescrizioni, ovviamente)

Il tutto nasce un accordo integrativo regionale per la Medicina Generale pubblicato qui.

Quanto poi in pratica questo influirà sul reale svolgimento del servizio, staremo a vedere.

Mari e Monti

Volevo parlare della tassa sulle barche, poi mi è arrivata una mail che  annuncia il testo definitivo del decreto che sancisce la liberalizzazione dei farmaci di fascia C. Dal primo gennaio, infatti, la vendita di farmaci con obbligo di ricetta viene estesa anche alle parafarmacie, o comunque a tutti i punti vendita in cui c’è la presenza di un farmacista.

E fin qui avrei già molto da dire, ma mi astengo, perché il punto importante è un altro: su questi farmaci sarà possibile praticare sconti da parte dai farmacisti – o forse sarebbe meglio dire negozianti, a ‘sto punto.

Intendiamoci, non intendo certo negare che all’interno della farmacia, intesa come “istituzione”, l’anima commerciale e quella professionale convivano con alterne fortune, il punto è che fino ad ora c’è sempre stato un limite invalicabile: la ricetta medica. Da Aosta a Trapani il farmaco “importante” è sempre costato uguale.

Dal primo gennaio cambierà tutto.  La novità dirompente è che, anche su questi farmaci ( come già da qualche anno sui prodotti da banco e i SOP, cioè senza obbligo di ricetta medica) sarà possibile praticare prezzi promozionali.

In termine strettamente tecnico, questa cosa è, a mio parere, una gigantesca stronzata.

Il problema sono i prezzi alti? Si imponga una riduzione per legge di una cifra percentuale X, e amen. Praticare prezzi diversi, su farmaci sui quali i pazienti NON hanno possibilità di scelta, perché prescritti dal medico, significa discriminare il diritto alla salute di alcuni rispetto ad altri, rispetto cioè alla fortuna di abitare vicino a un centro commerciale, o una catena di parafarmacie invece che sul cucuzzolo di una montagna.

4. E’ data facoltà alle farmacie e agli esercizi commerciali di cui all’art. 5, comma 1, del decreto legge 4 luglio 2006, n. 223, convertito con modificazioni dalla legge 4 agosto 2006, n. 248, di praticare liberamente sconti sui prezzi al pubblico su tutti i prodotti venduti, purché gli sconti siano esposti in modo leggibile e chiaro al consumatore e sia praticato a tutti gli acquirenti.

Infine, mi sia consentita una punta di benaltrismo: ok, vada per la liberalizzazione dei farmaci, benissimo. Possibile però che sia l’unico provvedimento adottato sul tema? Tassisti, giornalisti, notai… niente? Davvero l’Italia non cresce per il monopolio dei farmaci di fascia C detenuto dalle farmacie?

Professori, puah.

Siamo il paese della santa romana chiesa, in fondo – e dei medici obiettori

Dall’inizio del prossimo anno verrà commercializzata anche in Italia una pillola anticoncezionale simile alla cosiddetta pillola del giorno dopo, che però può essere assunta con efficacia fino a cinque giorni dopo un eventuale rapporto non protetto.

Il prodotto, chiamato ellaOne, è soggetto a ricetta medica non ripetibile, ma per la sua prescrizione è necessario un test di gravidanza positivo, malgrado la pillola non abbia dimostrato alcun effetto potenzialmente pericoloso per la salute della mamma, o dell'(eventuale) nascituro.

Al militare si diceva: “Complicare il semplice con l’inutile, per renderlo impossibile”, Insomma, giusto  per rendere le cose più complicate, in un momento spesso di grande agitazione e incertezza per i potenziali genitori.

“L’effetto di questo nuovo contraccettivo d’emergenza, rispetto alla pillola del giorno dopo già in uso in Italia, è nettamente superiore in termini di potenza d’azione e di durata e la sua efficacia arriva fino, appunto, a cinque giorni dal rapporto non protetto”, ci ha spiegato Gian Benedetto Melis, Direttore della Clinica Ostetrica dell’Università di Cagliari e membro del gruppo di lavoro per la contraccezione d’emergenza della Sigo, che abbiamo contattato questa mattina per un commento alla notizia del sì dell’Aifa alla commercializzazione in Italia di ellaOne.
“In parole semplici – continua  Melis – se si prende nel momento sbagliato, ovvero ad ovulazione già avvenuta, il farmaco non può più interferire con la gravidanza e diventa inutile”.

È lecito chiedersi se ellaOne potrebbe portare problemi, nel caso la gravidanza non dovesse essere scongiurata per un’assunzione tardiva, al feto e dunque al nascituro. Ma risultati internazionali sembrano già indicare che non c’è rischio neanche in questo senso. “I dati finora disponibili – conferma Melis – sembrano dimostrare che non ci sia effetto teratogenico del farmaco”.
“Questo contraccettivo di emergenza è un attivatore dei recettori del progesterone, e la sua azione è dunque specifica per questi ultimi. Per questo in realtà la concentrazione assoluta di principio attivo è relativamente bassa. Infatti il farmaco quasi non dà effetti collaterali: causa meno nausea del Levonorgestrel, e non provoca il gonfiore che ogni tanto si manifesta con la pillola del giorno dopo”, ha continuato Melis. “In sostanza l’effetto collaterale più grande di ellaOne è quello che possa fallire!”, ci ha detto ancora con una battuta.

 

 

 

 

L’angolo della demagogia

Un mio parente, affetto da una patologia molto grave, è costretto a ricorrere, ormai da molti anni, ad una cura costosissima, per lui salva-vita. La regione Puglia distribuisce questo farmaco direttamente, attraverso le farmacie, con una procedura che forse molti conoscono che si chiama PHT. In pratica, si consegna la ricetta in farmacia, e da qui viene richiesta alla ASL, che la fa pervenire nel la mezza giornata successiva, o comunque entro 48 ore (più o meno, sto semplificando).

Questa distribuzione attraverso le farmacie costa allo stato una quota fissa di rimborso, attorno ai 7€ a pezzo, indipendente dal prezzo del farmaco – che in questo caso è di circa 400€, ma fosse 40 o 4000€ sarebbe uguale.

Bene, dopo 5 anni la asl ha mandato una lettera raccomandata al medico curante intimandogli di non far più prelevare il farmaco in questione in farmacia, perché per quella patologia in particolare, viene distribuito solo attraverso la farmacia dell’ospedale.

In sintesi, il farmaco è sempre quello, ma per far risparmiare quei 7€ il paziente (lo ricordo: gravemente malato), o chi per lui, dovrà andare per forza in ospedale a Manduria per ricevere il farmaco.

Bene, ci siamo? la regione deve risparmiare anche quei 7€, e manda il cittadino in ospedale a ritirale il farmaco direttamente.

(In realtà, si può facilmente dimostrare come non ci sia alcun risparmio, ma per il momento sorvolo, che non è questo il punto)

Oggi però leggo che la regione Puglia ha stanziato 150000€ per questa roba qui.

Ok, sarà demagogico, l’ho premesso già nel titolo, ma ogni tanto ci vuole.

Non ci sono più le femministe di una volta

Un’amica di Manduria viene ogni settimana in farmacia per lavoro. Quasi per caso, o per curiosità, ha cominciato a misurare la pressione arteriosa e ha così scoperto di averla costantemente più alta della norma. Parliamo di valori compresi fra 160 e 180 per  la sistolica (“la massima”), e oltre 100 per la diastolica (“la minima”).

Dietro nostro suggerimento, ha chiesto consiglio al suo medico di base per sentirsi  rispondere “Mannò, la pressione va bene, è l’apparecchio della farmacia che non funziona”. Amen.

Nel frattempo però, i valori della pressione sono rimasti uguali, e ha cominciato a preoccuparsi. E’ tornata dal dottore, il quale, dopo aver finalmente misurato la pressione, così l’ha rassicurata:  “eh, sei tu che ti stai fissando, trovati un fidanzato che vedrai che si abbassa!”

Ora, non so voi, ma a un medico che dice cose del genere io spaccherei la testa con la mazza da baseball, almeno figuratamente, se non per la mancanza di coscienza professionale sicuramente per la cafonaggine che dimostra.

Solo che mentre la nostra amica racconta la sua storia un po’ sconsolata, e io manifesto la mia riprovazione nei confronti del medico (spericolato eufemismo:  ne dico di tutti i colori), una voce femminile fra gli astanti così commenta: “Come se fosse facile, trovare un fidanzato!”

Ticket sui generici: aggiornamento

Dopo circa due settimane dall’entrata in vigore dei nuovi prezzi di riferimento, la situazione sembra ritornare verso la normalità, con le più grandi aziende del settore che hanno  diminuito i prezzi dei farmaci a livelli pari a quelli del riferimento, o di poco superiori.

Il vice presidente di Assogenerici, Enrico Hausermann, ha dichiarato ieri che ‘le 5 aziende che detengono il 90% del mercato dei farmaci generici (Teva, Mylan, EG, Doc e Sandoz) hanno già provveduto a riallineare il prezzo dei loro prodotti ai nuovi valori di riferimento, o comunque a ridurlo in modo tale che il contributo da parte del paziente sia limitato nella maggior parte dei casi a un range che oscilla tra 20 centesimi e 1 euro’. Le imprese che coprono il restante 10% del mercato dei medicinali equivalenti, ha aggiunto, ‘si stanno adeguando. Una complessiva situazione di equilibrio sarà probabilmente raggiunta entro la fine di questa settimana’.

Da notare anche che alcune regioni (Piemonte e Friuli Venezia Giulia), hanno deciso di applicare la clausola di salvaguardia e quindi “aasorbire” nella spesa sanitaria pubblica regionale, il costo dei ticket sui generici.

Cose che fanno male alla salute

La processione dei misteri sarà tanto bella e suggestiva, ma se devi ritirare in farmacia una bombola di ossigeno per un tuo famigliare che sta male, la strada è bloccata e così devi fendere la folla per duecento metri con 30kg sulle spalle, forse qualche pensierino ti viene.

Più ticket per tutti

Uno degli aspetti più negativi della squallida situazione politica attuale, e non sto parlando di Sava, è che nell’informazione non c’è posto per nient’altro, praticamente. Da venerdì scorso, infatti, sono stati introdotti in pratica dei nuovi ticket su molti farmaci senza che da nessuna parte si sia letto qualcosa di preciso in proposito, al di la di un generico “provvedimento di riduzione dei prezzi deciso dall’AIFA”.

Nei fatti, però, in tantissimi da venerdì scorso hanno avuto la sgradita sorpresa di dover pagare fior di ticket sui medicinali, soprattutto chi, proprio per non pagare il ticket, aveva scelto di curarsi con il farmaco generico, o equivalente che dir si voglia.

Prima di descrivere il provvedimento, sarà bene riepilogare il meccanismo con il quale  lo stato spende i soldi per l’assistenza farmaceutica dei cittadini.

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Tornato dal 1995

Dopo dieci anni di felice uso di adsl, i fornitore mi avvisa che questa sera potrò trasmettere l’ordine solo via modem.

Momenti di panico. Tiro fuori il mio vecchio supra 28800 fax/modem che riposava ormai da aanni in un cassetto, lo attacco all’alimentatore, al pc e sul piccolo display frontale appare la scritta OK. Fortuna che il mio pc è ancora un Dell del 2002, ed ha la porta seriale.

Ok, parto con l’ordine, seleziono la trasmissione via modem, e lì si ferma tutto: “Configuro il modem” …”Il modem non risponde”…”Errore, ordine non trasmesso”.

Panico.

Ho dovuto riesumare una vecchissima installazione di Zoc, per riuscire a sbloccare il modem e completare la trasmissione. Per cinque minuti mi sono sentito perso.