Il franchiddese medio fra ronde e toponomastica.
Non riesco a smettere di ridere, ne farò una suoneria!
Il franchiddese medio fra ronde e toponomastica.
Non riesco a smettere di ridere, ne farò una suoneria!
Ragazzi, se piace il trash la tv italiana è fenomenale: questa sera seconda puntata di Peccati, dedicata ai sette peccati capitali, appunto. Tema odierno: l’invidia.
In pratica: massacro di Fini, Bocchino e compagnia cantante, con Storace nei panni del killer, e qualche altra mezza calzetta a supporto. Ah, c’è pure Capezzone, figurarsi.
update: sarà anche da scompisciarsi dal ridere, ma manco nel cile di pinochet avrebbero mandato in onda una trasmissione simile. Da non credere.
Mi scarico il podcast, se c’è, per rivederlo quando questo brutto sogno sarà finito
Oggi consiglio comunale per l’approvazione del bilancio di previsione 2010, capitolato di gara per l’appalto della raccolta dei rifiuti, approvazione definitiva dell’ampliamento dell’aera pip, e la solita carrettata di debiti fuori bilancio, per un totale di diciotto punti all’ordine del giorno.
Prevista qualche assenza nella maggioranza, si profila il classico rinvio alla seconda convocazione, date le scontate ma legittime richieste di rinvio da parte della minoranza: “non abbiamo avuto il tempo di legere le carte!”
update: e infatti, seduta disertata dalla maggioranza e rinviata.
…E non in seconda convocazione, visto che il regolamento comunale prescrive almeno quindici giorni fra la convocazione e la seduta di bilancio. Se ne parla verso la metà del mese di maggio.
Puntatona di Porta a Porta dedicata alla traslazione della salma di Padre Pio. Si parla delle polemiche legate alla nuova cripta. Il direttore di Tele Radio Padre Pio tira fuori una lettera degli anni’20 con cui il frate, in risposta all’ipotesi del suo trasferimento ad altra parrocchia, dichiara la sua completa obbedienza a ogni decisione del Santo Uffizio. Il direttore quindi conclude: “Vedete? è la prova che se San Pio fosse vivo, acconsentirebbe alla traslazione delle sue spoglie!”
A Ballarò, esempio illuminante di federalismo secondo Cota: in pratica se una siringa costa 7 in sicilia e 3 in piemonte, lo stato farà la media e darà (trasferirà) 5 a tutti.
In pratica, spesa uguale a prima, ma trasferimento netto di fondi dal sud al nord, notoriamente più efficiente. Insomma, la questione meridionale risolta alla Superciuk.
In realtà, la definizione di quel cinque, il costo medio, è il cuore dei decreti attuativi con cui si realizzerà il federalismo all’italiana. Perché sarà una media, ma fra quali dati? I costi delle tre regioni più efficienti? Le prime sei?
O tutte e venti, come dice Cota? Altro che legge truffa, sarebbe!
(via EmmeBi)
La lucida analisi di Marco Simoni sul PDL all’indomani della famosa direzione nazionale
Uno sguardo veloce ai risultati del governo Berlusconi mostra infatti un progetto chiaro e perseguito con coerenza. Un progetto di conservazione sociale, in cui si protegge ogni rendita acquisita. Un progetto difeso e sostenuto dalle principali corporazioni italiane, compresa larga parte dei sindacati, e che ha come effetto non voluto – ma evidente – l’esplosione delle disuguaglianze, secondo qualsiasi metro le si voglia misurare. Un progetto conservatore che, in maniera non sorprendente, adotta una narrazione populista, individua nemici di classe (i radical-chic) e gradini inferiori da schiacciare (gli immigrati), con un’araba fenice – panacea irreale dei problemi del paese – che per sostenersi ha bisogno di non essere mai raggiunta: il federalismo.
…ma con uno sguardo allargato alla difficile situazione del Pd.
Per cominciare, si potrebbe osservare che il PD è diviso ancora maggiormente del PDL. Per dirne una: non è ancora riuscito a trovare la strada per un’equilibrata convivenza tra gli esponenti più vivaci e di successo (nel senso del consenso elettorale) delle nuove generazioni, e una vecchia guardia che continua a non tollerare ogni iniziativa politica che sfugge al suo controllo. Inoltre, fa abbastanza impressione sentire Bersani che a tre anni dalla fondazione del PD, e a oltre un anno dalla sua candidatura a segretario, conclude la direzione del partito suggerendo che “serve un progetto per l’Italia” mentre qualsiasi persona di buon senso si aspetterebbe di sentirselo spiegare, questo progetto.