“Ciarlatani. Ciarlatani e cialtroni sono, tutti quanti.”
Se poi uno volesse qualche spiegazione in più, può leggere tutto il resto dell’articolo, di cui la frase qui sopra è l’efficace chiosa. Di seguito, un’altra parte molto significativa – ma vale la pena leggerlo tutto, l’articolo.
Ben più grave è invece a questo proposito l’articolo sul Corriere di Alberto Quadrio Curzio che, con tono ingiustificatamente professorale, suggerisce (senza nemmeno il coraggio di dire esplicitamente) che le società di rating stiano sobillando l’attacco di questi giorni ai titoli di debito pubblico italiano, nonostante la ”rigorosa manovra” del governo. Siamo stanchi di ripeterlo ma non è così. Non sono le società di rating, non sono gli speculatori cattivi, non sono nemmeno i pirati della Malesia. Il paese ha un enorme debito, ha un deficit pesante, e ha una classe dirigente che in queste settimane ha dimostrato, più di quanto non avesse già fatto, di essere completamente inadeguata rispetto ai compiti che ha di fronte – con una manovra che procrastina i tagli necessari al 2013 e al 2014 e con un atteggiamento di totale irresponsabilità (per non parlare delle vertenze aperte di corruzione rampante – morale e finanziaria). È così difficile da comprendere che in questa situazione chi presta soldi al Tesoro lo fa sempre meno facilmente, cioè richiede tassi più elevati? Come vi sentireste se incontraste un imprenditore, a cui avete prestato denaro, ubriaco in un bar a fare a cazzotti col suo socio?