A 6 chilometri da qui

Blitz dell’antimafia a Manduria.

Pregiudicati, presunti affiliati alla Sacra corona unita, imprenditori ma anche insospettabili professionisti e politici dietro l’operazione della Direzione distrettuale antimafia che ieri ha condotto in carcere sedici persone, due ai domiciliari e 14 indagati a piede libero. I destinatari dei provvedimenti sono quasi tutti di Manduria dove le istituzioni, secondo quanto si legge nelle trecento pagine dell’ordinanza del gip Antonia Martalò, hanno avuto un ruolo determinante nell’offrire alla malavita il controllo di interi apparati dell’economia locale. Si parla di contratti manipolati per gestire la cosa pubblica come i parcheggi a pagamento oppure la Fiera Pessima (l’annuale campionaria dove girano centinaia di milioni di euro). Si parla anche di posti di lavoro quale fabbrica di voti da assegnare ai candidati di riferimento  e di lauti guadagni per la malavita organizzata.

Si parla, tra l’atro, dell’assegnazione dell’appalto dei parcheggi pubblici a pagamento a favore della stessa azienda che li gestisce a Sava. Va detto che a Sava l’assegnazione è stata in pratica decisa dal TAR, visto che all’origine era stata dichiarata vincitrice un’altra azienda, che il tribunale ha successivamente stabilito non avere i requisiti necessari.

Detto ciò, non riesco a decidere se sia meglio o peggio, francamente.

Vi preghiamo di scusare l’interruzione

Parlando del PD, e commentando il recente lingotto2, racocontavo a mia madre di come trovassi suggestiva la visione veltroniana del partito democratico, ma lo stesso Veltroni la persona meno indicata per metterla in pratica.

Un minuto fa, mi è venuto da sorridere leggendo che anche Francesco Costa pensa, e scrive, le stesse cose.

L’ottimo impianto del Lingotto ha un grosso limite, però: cioè che in nessun universo possibile Veltroni, Gentiloni e Fioroni possono esserne credibili interpreti e ambasciatori nel Partito Democratico e nel paese, per ragioni diverse che hanno a che fare con alcune circostanze contingenti e soprattutto con le gravi responsabilità del loro recente passato che si ostinano a non voler affrontare

Aggiungerei che la mancanza di una simile visione è però il più grande limite del PD attuale, e di Bersani in particolare.

Siamo ancora a metà del guano

Non mi strapperei i capelli per la tenuta del governo alla prova della fiducia parlamentare: in pratica non è cambiato niente. Se l’UDC non si aggrega al carro del vincitore, e al momento mi sembra poco probabile,  questo governo è condannato all’immobilismo, né più né meno degli ultimi sei mesi.

Alla prova dei fatti, se anche il governo fosse caduto, si sarebbe andati dritti dritti alle elezioni, perché non c’è una maggioranza alternativa a questa in questo parlamento – con la prospettiva molto probabile di una pareggio/vittoria berlusconiana, con una campagna elettorale gridata all’insegna del tradimento e compromessa dalla mancanza di un’alternativa vera e seria.

Io credo che si andrà comunque al voto, perché questo governo alla prova dei fatti non reggerà. Alle elezioni arriverà però un Berlusconi ancora più logorato  da compravendite parlamentari, crisi economica galoppante ed economia stagnante.

Concentriamoci su questo ed elaboriamo una proposta conveniente e convincente per il paese, magari costringiamo Vendola a entrare nel Pd, e siamo a cavallo: questo governo “ha gli anni contati”.

Insomma, sono d’accordo con Pippo Civati quando dice:

La nuova legge elettorale andava portata in Parlamento prima, per dimostrare che esisteva una proposta che metteva d’accordo tutti gli altri, costringendo B a dare risposte in merito. Siamo stati vaghi e questo non ha giovato (un sobrio ritorno al Mattarellum sarebbe stato la cosa più ovvia e poteva costituire una base di partenza credibile).

In ogni caso, il consiglio spassionato è di dedicarsi al ‘dopo’, lanciare la sfida, organizzare il consenso del nostro campo, pretendere chiarezza da parte nostra e da parte degli altri non-berlusconiani: il terzo polo, ad esempio, c’è o non c’è? Perché mica si è capito.

Ecco, su quest’ultimo punto la vedo così: il terzo polo esiste finché c’è Berlusconi, dopo c’è solo una nuova democrazia cristiana piuttosto orientata a destra, su cui il Pd non avrà sponda. Meglio che ce ne facciamo una ragione sin d’ora.

Intanto, su Facebook

L’attuale assessore di Maruggio con delega “a Campomarino” ha creato un gruppo dal titolo molto significativo: “Salviamo Campomarino da un sicuro disastro ecologico”.

Indovinate di cosa si parla: forse della mancanza di acqua potabile? Dell’abusivismo edilizio? Della mancanza di una circonvallazione completa? Del porto che dovrebbe essere dragato da anni, in cui non si può nemmeno entrare con le barche dai 10 metri in su e da cui emanano fetori nauseabondi? Delle opere pubbliche incompiute sulla piazzetta?

Ovviamente no… si parla del depuratore consortile di Sava e Manduria.

E noi?

Ai tempi dell’elezione del sindaco Maggi, a firma del commissario prefettizio venne presentato alla Regione Puglia un porgetto per il bando dei PIRP (piani integrati di recupero periferie). Alla base l’idea di riqualificare l’area cosiddetta del “cimitero vecchio”, e la realizzazione della zona 167, prevista da decenni e mai realizzata; il tutto con la costruzione di circa 150 appartamenti e qualche decina di villette a schiera oltre alla realizzazione di verde pubblico e standard.

In pratica: una gigantesca variante urbanistica approvata ala chetichella grazie alla semplice firma della dott.ssa Buccoliero, che all’epoca riuniva poteri del Sindaco e del Consiglio Comunale. Continua a leggere “E noi?”

Alzano Lombardo, Italia.

Parcheggi gratis e benefit per giovani coppie

“Ma non agli stranieri e alle coppie di fatto”

Infuria la polemica intorno alla nuova decisione per rilanciare il centro storico di Alzano Lombardo, nel Bergamasco, amministrata da una giunta leghista

(Grazie a Daniele Sensi)

Lezioni di civiltà

Il discorso di Diane Savino, del Senato dello Stato di New York, sul riconoscimento dei matrimoni gay. Qui la traduzione.


(Ivan Scalfarotto, per iMille)


Un’umile proposta

Sono circa tre anni che non assisto ad un consiglio comunale, un po’ perché non ne ho alcun desiderio particolare, un po’ perché RTM a casa mia non si vede manco di striscio.

Ogni tanto, però, mi capita di avere sotto mano un verbale di qualche seduta, che, anche al netto negli inevitabili errori di stenotipia, definire sconfortante è poco. In particolar modo, la discussione dei punti all’ordine del giorno viene sempre sacrificata ad una parte terminale e inevitabilmente stanchissima del dibattito, perché tutta la parte iniziale e preponderante della seduta è destinata alle interrogazioni.

Queste sarebbero anche sacrosante, se però fossero regolamentate in modo normale: in tutti gli altri paesi le interrogazioni si presentano in forma scritta, e l’amministrazione è obbligata secondo regolamento comunale a inserirle come punti all’ordine del giorno entro un tempo prefissato. Questo consente agli amministratori, ma anche a tutti i consiglieri comunali, di documentarsi e così poter poi sostenere un dibattito efficace e quindi interessante. Al momento invece, le interrogazioni sono fatte oralmente e si pretende quasi sempre risposta immediata.

Il risultato è tristissimo: le interrogazioni sono in pratica delle imboscate, alle quali nella migliore delle ipotesi si ottengono risposte smozzicate e sbagliate, per lo più, e il dibattito conseguente è del tutto inutile, in quanto serve unicamente per mettere alla berlina l’impreparazione del sindaco o dell’assessore di turno. Dopo pochi minuti, poi, si passa ad altro, e il problema passa in cavalleria.

Ho conosciuto consiglieri comunali che non comunicavano l’oggetto delle loro interrogazioni nemmeno ai compagni di partito, per timore che venissero “copiate”. Ho ascoltato amministratori rimandare per mesi le risposte senza che ne fossero in qualche modo obbligati, visto che di domanda e risposta in pratica non c’è traccia, a parte i verbali che non legge nessuno.

Insomma, sarebbe ora di dare un taglio a questo ballarò dei poveri, un teatrino che serve solo ai suoi protagonisti, Il Consiglio Comunale faccia una riforma del regolamento che ridia un minio di dignità alle sue sedute, e soprattutto le restituisca il minimo dovuto d’importanza. Le interrogazioni scritte potrebbero essere molto più facilmente portate al cospetto della cittadinanza, e costituire così il nocciolo di un dibattito politico che non sarebbe più solo confinato al solo “palazzo”.

Specie se l’amico Ivano riuscisse a rendere operativo in modo serio il sito web del comune, che attualmente versa in uno stato di coma apparente…