La decisione del Pd di candidare Michele Emiliano alla guida della Regione Puglia rischia di diventare un punto di non ritorno per la classe dirigente del PD, e ben oltre l confini della Regione.
La decisione di non dare continuità all’esperienza di governo della giunta Vendola rischia infatti di segnare profondamente la dirigenza del PD, toccando i cosiddetti “equilibri politici” locali, ma anche di distruggere la credibilità del partito stesso, ben al di là del probabile disastro elettorale – forse duplice.
E’ chiaro infatti che sono tante le questioni che n questa vicenda s’intersecano:
l’interesse della dirigenza nazionale bersaniana, D’Alema in testa, ad un accordo con l’Udc per “incartare” l’adesione del partito di Casini ad un progetto futuro di alternativa all’asse Pdl-lega, anche a costo di candidare PierFerdy alla presidenza del consiglio. In quest’ottica, l’elezione pugliese è un puro accidente, il cui risultato sembra quasi non interessare al nostro gruppo dirigente.
Le ancora vivissime divisioni congressuali, che, a distanza di mesi, ancora segnano profondamente la classe dirigente locale, e che in questa partita si giocano una specie di rivincita.
La questione giudiziaria con cui Vendola è stato indebolito negli ultimi mesi, e su cui il PD ha responsabilità almeno altrettanto evidenti.
L’ambizione spregiudicate dei due candidati, una volta politicamente vicinissimi, ora disposti a giocare entrambi la partita del “tanto peggio, tanto meglio” pur di non lasciare spazio all’avvresario – pur se con differenti gradi di ragione, a mio avviso.
La norma che non prevede il doppio incarico all’interno del partito, e per la quale, per logica, non dovrebbe nemmeno essere concepibile la candidatura di chi già possiede un ruolo istituzionale. A questo proposito, la questione della leggina, che consentirebbe ad Emiliano di conservare il suo incarico di Sindaco di Bari in caso di sconfitta, è solo un “di più”: il rischio di nuove elezioni comunali nella città capoluogo di regione (dopo un solo anno!) dovrebbe bastare a rendere impraticabile la candidatura Emiliano.
La definitiva rinuncia al metodo delle primarie, che proprio in Puglia cinque anni fa ha dimostrato invece tutta la sua validità nella selezione del candidato e nella sua proiezione vincente in campagna elettorale.
Il programma. Appunto, quale programma? Come disse un mio amico dell’allora Margherita al tempo delle elezioni comunali “si parla di programma solo quando vuoi prendere per il culo il tuo interlocutore”.
Ecco,almeno questo ci è stato risparmiato: delle cose da fare non parla nessuno.
Viva la faccia: è una guerra fra bande, e a noi tocca solo guardare.
(Pubblicato anche sul sito del Circolo PD Barack Obama)