Ho messo a repentaglio la pace famigliare per ascoltare per qualche ora lo streaming della direzione nazionale di Fare, conclusa con l’approvazione della mozione della coordinatrice Enrico, che dà incarico alla direzione stessa di preparare lo statuto e di indire i congressi locali, regionali e infine quello nazionale entro il 31 maggio. Si è trattato di una “close call”, con 8 voti favorevoli, 7 contrari e un astenuto.
E’ stata quindi sconfitta la linea di uno dei fondatori, Michele Boldrin, che con una lettera aperta aveva chiesto l’azzeramento della direzione nazionale.
L’annunciata fuoriuscita di Boldrin dal movimento è stata quindi seguita dall’annuncio di un dettagliato resoconto che dovrebbe essere pubblicato domani su noiseFromAmerika. Nel frattempo, l’HuffingtonPost ha invece pubblicato una ricostruzione dell’accaduto che Boldrin ha seccamente smentito sul suo profilo Facebook.
Non possono rimanere li’ un minuto di piu’ a “fare politica”, anche perche’ non la sanno fare. E perche’ manipolerebbero il congresso e le sue procedure, lo statuto e tutto il resto. Come hanno fatto oggi: vi rendete conto che delle persone nominate dai fondatori si sono arrogate il potere di impedirmi di parlare ed hanno chiesto ai fondatori di farsi da parte!? Ridicolo. Occorrono quindi caretakers imparziali e che abbiano la confidenza di tutti
Altri autorevoli membri del movimento, sembrano non gradire…
update: Fare è una miniera! oggi Boldrin ha ritirato le dimissioni, e si è invece dimessa tutta la direzione nazionale, Silvia Enrico in testa.
Piccola nota autobiografica a margine: tifare Torino, Sacramento Kings, votare Fare dopo essere stato del Pd, mi rendono una specie di campione mondiale di cause perse, temo.
Qualcosa su cui dovrei fermarmi a riflettere, un giorno di questi.